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Atletica

Record e dramma: Mahuchikh, Tamberi e Schwazer, destini olimpici incrociati

Record e drammi di diversa matrice avvolgono l’atletica: da Mahuchikh a Tamberi, passando per Schwazer, destini incrociati all’ombra dei cinque cerchi

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Schwazer, Mahuchikh, Tamberi

Il Meeting de Paris per la Diamond League, gli occhi puntati in Ungheria per gli italiani guidati da Tamberi: in settimana l’attenzione mediatica dell’atletica si è scissa due fronti distinti, geograficamente ed emozionalmente.

In quel di Parigi è la settimana dei record, quelli da destinare alla storia, e delle attese, quelle frementi in vista delle Olimpiadi alle porte. La keniota Faith Kipyegon, già con due ori olimpici al collo, ritocca il proprio primato personale nei 1500m, nonché del mondo, limando 7 centesimi: 3’49″04, così inchioda il cronometro più agognato di categoria. Dalle storie di dominio a quelle ben più controverse, come quella di Yaroslava Mahuchikh.

Mahuchikh, record e dramma

L’altista ucraina, anch’essa impegnata nella tappa di Diamond League su suolo parigino, abbatte il record del mondo, congelato da 37 anni, alzando l’asticella a 2.10m. Una forzatura rischiosa a tre settimane dalle Olimpiadi, un’inscrizione nella storia dolceamara guardando al proprio paese. Successo, sorrisi e drammaticità: un melting pot d’emozioni in 24 ore per la 22enne.

Volata per un istante più in alto della guerra, toccato lo stesso cielo dal quale piovono bombe sulla ‘sua’ Kiev, atterra per reintrodursi nella terribile realtà. Spegne animi e fervori da record affidando ai propri social il dolore per i continui attacchi russi alla propria patria, la stessa dalla quale giunge puntuale la stoccata del sindaco di Dnipro, città natale dell’altista: “Umiliato nel vedere la gioia dei connazionali. Tre anni fa ero l’unico a sostenere la ‘nostra ragazza’, la stessa che due anni dopo ha tradito e manipolato nelle proprie interviste. Rallegratevi, ma se saltate molto in alto ciò non significa che siete delle persone rispettabili“.

Il riferimento, ad acuire il rimescolamento di emozioni agli antipodi in seguito al record di Mahuchikh, è all’episodio di Tokyo 2021, quando l’atleta festeggiò il terzo posto con la vincitrice-amica Marija Lasickene. La bandiera del Comitato Olimpico Russo accostata a quella ucraina: un affronto al sapore di frattura negli animi del proprio popolo che, a distanza di anni, complici le continue tragiche evoluzioni del conflitto, stenta a smorzarsi.

Tamberi

Tamberi, brivido olimpico

Da Parigi all’Ungheria, l’atletica resta protagonista, non l’Italia: Gianmarco Tamberi, portabandiera azzurro alla prossima Olimpiade francese, non ha preso parte ad uno degli ultimi appuntamenti di avvicinamento e preparazione alla rassegna a cinque cerchi. Un dolore al bicipite femorale durante il riscaldame nto costringe Gimbo ad alzare bandiera bianca, salutando la gara ed il prossimo meeting di Montecarlo.

Ore di apprensione e precauzione, rivivendo un dramma tristemente noto con rimandi da lacrime agli occhi, come ammesso dallo stesso Tamberi, al forfait di Rio. Gli esami hanno escluso la possibilità di dire addio alle Olimpiadi, non, invece, quella della rinuncia alle ultime tappe di avvicinamento. Una preparazione da rivedere, dunque, nonché forma e condizione inevitabilmente da verificare orfane dello slancio delle ultime gare. Terapie ed attesa, Tamberi rassicura: “Non finisce qui“.

Schwazer, canto del cigno strozzato

Finisce qui, invece, una carriera discussa e controversa, frenata da errori personali e dalla giustizia, la stessa che strozza in gola ad Alex Schwazer il canto del cigno. L’oro di Pechino, squalificato per doping dal 2016, nonostante vari appelli e ricorsi al TAS di Losanna, ha visto concludersi il proprio calvario (extra)sportivo soltanto il 10 luglio 2024. Negli anni il trentino ha tenuto alto il tenore fisico ed atletico, coltivando il sogno dell’ultima Olimpiade, quella di Parigi.

Con la scadenza per le iscrizioni fissata al 30 giugno scorso, il termine, troppo tardo, della squalifica ha, così, negato a Schwazer la possibilità di regalarsi un addio a cinque cerchi sotto i colori degli Atleti Olimpici Indipendenti. “Il buio e le tenebre per l’ingiustizia faranno spazio ora a nuova luce“, ecco che, dunque, l’ultimo faro di carriera si spegnerà il 19 luglio. QAlex 20km, appuntamento allo stadio di Arco, in Trentino, ultimo battito di una carriera dall’heartline da rollercoaster.

Atletica

Non solo Olimpiadi: da Jacobs a Iapichino, la lunga estate dell’atletica italiana

Continua l’estate dell’atletica italiana dopo le Olimpiadi, diverse le strade prese dai nostri protagonisti, da Jacobs a Iapichino tutte le decisioni

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Jacobs

Terminate le Olimpiadi di Parigi 2024, non termina, però, la lunga estate degli atleti italiani. Dopo le soddisfazioni e, in alcuni casi, le delusioni portate dalla trasferta in terra francese i protagonisti dell’atletica azzurra hanno stabilito come riorganizzare il periodo post giochi, in cui non tutti hanno deciso di percorre la stessa strada.

Jacobs ricomincia dalla Diamond League

L’atleta forse più chiacchierato e desiderato dai fan della nazionale italiana è Marcell Jacobs, il quale ha deciso di riprendere immediatamente il lavoro non terminato a Parigi. Il campione olimpico di Tokyo parteciperà al Golden Gala Pietro Mennea, ovvero la tappa italiana della Diamond League. Con lui ci sarà l’altro beniamino nostrano, Chituru Ali, oltre che una schiera partenti di tutto rispetto che può vantare Thompson e Kerley.

Larissa Iapichino

Piccolo break per la Iapichino

Chi, invece, ha deciso di fermarsi è la delusa, come da lei dichiarato dopo la finale parigina, Larissa Iapichino. La campionessa italiana ci ha tenuto, però, a precisare sui suoi profili social che quella che ha preso non è una pausa dall’atletica, ma solo un piccolo break per ricaricarsi, dando, poi, appuntamento a tutti i suoi fan alla finale della Diamond League che si terrà a Bruxelles.

Tamberi, un salto contro bufale e cattiverie gratuite

Come da orribile abitudine, in Italia spesso si gioca al tiro al bersaglio contro i nostri atleti più meritevoli e l’ultimo a cadere in questo occhio del ciclone spinto da media e social è stato Gianmarco Tamberi. Dopo i fatti ormai famosi di Parigi molte sono state le critiche, per la maggior parte supportate da studi o opinioni che lo stesso atleta ci ha tenuto a confutare ed archiviare come bufale. Ancora non si sa quando rivedremo il marchigiano in gara, intanto le sue forze saranno sul recuperare al massimo la condizione dopo i dolori passati, sperando di non dover sprecare altre energie per difendersi da attacchi gratuiti.

Tamberi

Batocletti e Diaz, le medaglie tornano in pista

Due delle medaglie più belle dell’atletica azzurra sono state senz’altro quelle di Andy Diaz e Nadia Battocletti. Entrambi i protagonisti a Parigi torneranno immediatamente in pista visto che saranno presenti al Golden Gala Pietro Mennea di Roma. Con loro ci saranno anche due dei grandi delusi dei Giochi, ovvero Leonardo Fabbri nel peso e Lorenzo Simonelli negli ostacoli, con la voglia di rifarsi per quanto possibile e cancellare le scorie olimpiche.

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Atletica

Parigi, atletica promossa: meno scalpore più concretezza

Nonostante la grande assenza degli ori protagonisti a Tokyo, l’atletica italiana a Parigi strappa la promozione. Meno scalpore e più concretezza, quello che serviva per aver la certezza di un futuro roseo per il movimento

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La spedizione italiana di atletica era una delle più attese alle Olimpiadi di Parigi, sia per i grandissimi risultati ottenuti a Tokyo, sia per gli anni che lo hanno succeduto che hanno visto finalmente l’Italia una realtà europea e internazionale. Andiamo quindi ad analizzare cosa ha lasciato questa rassegna a cinque cerchi.

Da Tokyo a Parigi, il bilancio dei risultati

Sono tre le medaglie che l’Italia ha conquistato per quanto riguarda l’atletica. La più preziosa l’ha portata Nadia Battocletti con lo splendido argento nei 10.000 metri. È entrato poi di diritto tra i grandi il giovanissimo Mattia Furlani, bronzo nel salto in lungo. Infine, anche Andy Diaz è stato in grado di conquistare il terzo gradino del podio nel salto triplo.

Il bilancio complessivo vede quindi due medaglie in meno rispetto a Tokyo, ma soprattutto la grande assenza di ori, che in Giappone erano stati appunto 5. Se da questa visuale può quindi sembrare una grossa delusione la spedizione parigina, sono diversi i fattori da tenere conto.

Nel 2021 a prendersi la scena erano stati pochi e fenomenali. Gli stessi campioni assodati che sono mancati nel 2024 anche per, soprattutto, problemi fisici. Gianmarco Tamberi, su tutti, ha dovuto fare i conti con i calcoli renali, Antonella Palmisano con il Covid e Marcell Jacobs e Massimo Stano hanno pagato gli infortuni che li hanno accompagnati negli ultimi anni e che non gli hanno permesso di presentarsi al meglio.

Parigi e l’affermazione del collettivo

La vera differenza, però, l’ha fatta il collettivo. A Tokyo, infatti, i risultati hanno fatto scalpore, ma anche traino perché oggi Parigi ha confermato un movimento cresciuto e ora competitivo in quasi tutte le principali discipline. Dalle tante finali, ai quarti posti, come quelli della Iapichino e di Sottile, l’Italia ora non è più una sorpresa ma è concretezza e certezza con un futuro che promette grandi cose.

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Atletica

“È finita”: il destino ferma Tamberi, ma Gimbo regala l’ultima prova d’amore

Troppe volte, forse, Tamberi ha sconfitto il destino per non doversi arrendere all’ennesimo ostacolo. Non manca, però, l’ultima grande prova d’amore e rispetto. Più di un fuoriclasse, più di un campione: Gimbo è eterno

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Tamberi

Nella serata di venerdì l’Italia accoglieva tutta la carica di Tamberi in vista dell’incontro con la storia, della finale del salto in alto alle Olimpiadi di Parigi. Solo 19 ore dopo lo shock, la fine del sogno.

La narrazione dell’ultima, sanguinosa, lotta col destino del campione di Tokyo è avvenuta sui social, a partire dalla notizia dei giorni scorsi riguardo i calcoli renali: “Incredibile… non può essere vero”.

Gimbo, però, dopo la sfortuna che lo ha accompagnato nella sua carriera, non ha certo voluto arrendersi e rinunciare all’incontro con la storia: “Challenge accepted”.

Una qualificazione dura, ma ottenuta con anche spazio per la solidarietà all’amico Barshim, uscito dolorante da un salto: “Terribile… ma siamo in finale”.

2 giorni dopo il morale è tornato alto, così come la convinzione di riuscire ad aver sconfitto la sorte anche questa volta: “Ci siamo!!! Tutto per un giorno, tutto per questo momento”.

Dalla carica alle lacrime di Tamberi ma anche dei cuori dell’Italia intera, molto più di una nazione per lui; una vera e propria fonte di coraggio e supporto. “È tutto finito”, così tuonano le parole del campione che racconta la sua ‘notte prima degli esami’ infestata dal secondo calcolo renale, questa volta troppo a ridosso della finale, questa volta insuperabile.

Infine, l’ennesima prova di amore e rispetto per lo sport, per la competizione e, soprattutto, per i suoi tifosi: “Scenderò in pedana comunque questa sera? Sì, ma non so davvero come farò a saltare in queste condizioni”. È questo che rende Gimbo eterno, molto più di un fuoriclasse, molto più di un campione.

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