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Serie A

Si rivede Immobile, ma non basta: Monza-Lazio termina 2-2

Sfuma una vittoria di importanza cruciale per la Lazio, costretta ad un pari dal Monza: nel 2-2 brianzolo si rivede Immobile, ma Djuric ruba la scena all’attacco di Tudor

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Immobile, Lazio

Dopo lo scialbo 0-0 dell’Olimpico tra Torino e Bologna, la 35° giornata di Serie A sblocca il proprio tabellino generale all’U-Power, ex Brianteo. In quel di Monza riappare all’improvviso il graffio di Ciro Immobile, che non segnava dallo scorso 14 febbraio quando su rigore aveva definito la vittoria della Lazio sul Bayern Monaco.

Un gol che fa morale e porta momentaneamente in vantaggio i ragazzi di Tudor, nonostante lo screzio a metà primo tempo tra Zaccagni e il tecnico. Già ammonito, infatti, l’attaccante rischia l’espulsione in due occasioni e così viene sostituito per preservare la parità numerica. Una scelta che il numero 20 non prende benissimo, avviandosi direttamente negli spogliatoi.

Zaccagni, Lazio
Zaccagni, Lazio

Monza-Lazio, finale imprevedibile: Djuric frena Tudor

La beffa arriva tre minuti dopo l’ingresso in campo di Casale, suo sostituto, che si fa sventolare in faccia il cartellino giallo in un match che la Lazio termina con cinque ammoniti. Nessuno invece in casa Monza, che pazientemente resta in gara fino alla giostra di cambi che dona freschezza all’undici di Palladino.

Un effetto immediato che si traduce nell’1- 1 firmato da Djuric, illusorio per i brianzoli nell’arco di neanche 10′. A ristabilire il momentaneo vantaggio in casa Lazio ci pensa Matias Vecino, subentrato a inizio secondo tempo a Kamada e rapace nel punire la troppo statica difesa monzese.

Un successo che a quel punto sembra scritto, ma non per il gigante di Palladino. Sempre Djuric infatti capitalizza un assist di Pessina e batte Mandas per pareggiare i conti, stavolta in maniera definitiva. Il 2-2 finale rallenta la rimonta Champions della Lazio, che ora vede la Roma – impegnata con la Juventus – a tre lunghezze di distanza.

Serie A

Juventus, ora è finita: Allegri esonerato

Ufficiale l’esonero di Allegri, che saluta con due gare d’anticipo la Juventus: si chiudono 8 anni di successi, record, delusioni, critiche e velenosi finali

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Allegri, Juventus

Si chiude dopo 8 anni complessivi, 5 Scudetti, 5 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane l’avventura di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus.

Dopo il caos post finale con l’Atalanta, l’indiscrezione si è trasformata pian piano in certezza e al termine di un incontro con Giuntoli è giunta la separazione definitiva.

La Juventus esonera Allegri dopo un ultimo triennio difficile, culminato comunque con il sorriso di una Coppa Italia in bacheca. La direzione tecnica per le ultime due gare – ininfluenti per la classifica di Serie A – sarà affidata all’allenatore dell’U19 Paolo Montero.

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Serie A

Allegri, addio amaro: lite con Giuntoli, pronto Montero

La furia mostrata contro l’Atalanta potrebbe costare cara ad Allegri, che dopo la lite con Giuntoli potrebbe salutare in via anticipata

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Allegri, Juventus

L’avventura di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus potrebbe concludersi nel modo più amaro. Il tecnico livornese durante e dopo la finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta ha fatto parlare di sé prima per la sfuriata verso l’arbitro con tanto di espulsione, poi per il dissapore mostrato nei festeggiamenti, neanche tanto velatamente, nei confronti del ds Cristiano Giuntoli.

Un punto di rottura pubblico che arriva in concomitanza con la presunta aggressione al direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, nella pancia dello Stadio Olimpico e che – tirando le somme – restituisce un possibile provvedimento da parte della Juventus. Quello del giudice sportivo è già arrivato: due turni di squalifica in Coppa Italia e multa di 5mila euro.

La Vecchia Signora potrebbe dunque procedere con un licenziamento per giusta causa, per cui i bianconeri verrebbero guidati dal tecnico della primavera Paolo Montero negli ultimi due turni prima di ufficializzare l’arrivo sulla propria panchina di Thiago Motta dal Bologna. Una possibile fine che Allegri di sicuro non si aspettava, pur essendo già con un piede e mezzo fuori dal progetto Juve.

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Serie A

Tre allenatori, due incognite e uno Scudetto: il countdown disastroso del Napoli

Il Napoli si lascia alle spalle un anno pienamente al di sotto delle aspettative, con tre allenatori diversi e una marea di incognite per il futuro

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I numeri nel calcio non svelano tutto, è vero, ma nell’analisi di un’intera stagione forniscono spesso un’accurata fotografia. Soprattutto in una delle città più fotogeniche del mondo, nonché legata a doppio filo alla squadra che la rappresenta: per il Napoli un anno tristissimo è sul viale del tramonto.

Le cifre non sono quelle dei contratti o dei bonus, ma dei punti in classifica che sanciscono come la creatura di De Laurentiis sia la peggior squadra per rendimento nell’anno successivo alla vittoria dello Scudetto della storia della Serie A. Un macigno pesantissimo che dagli allenatori alle incognite future fornisce gli elementi di un countdown disastroso.

Napoli, campione d’Italia 2022/23

Garcia, Mazzarri e Calzona: nessuno è colpevole

In principio fu Garcia, chiamato a sostituire il mito di Luciano Spalletti e già pieno di rumori di sottofondo poco spiacevoli nelle prime battute del campionato. Una scelta che nei primi mesi ha restituito uno scontrino amaro per un Napoli fuori dalla lotta Scudetto ancor prima che arrivasse il primo freddo.

Poi è stato il turno della pioggia, soprattutto di lacrime, a bagnare lo stadio Diego Armando Maradona. Il ritorno di Mazzarri è stato un atto di estremo romanticismo, ma a quel punto si era già entrati nella concezione che no, la colpa del tracollo post tricolore non riguarda di certo la figura dell’allenatore. Men che meno quella del povero Calzona, catapultato su una panchina all’improvviso e con un Europeo da preparare con la Slovacchia. Quando? Nel tempo libero, forse?

Victor Osimhen, Napoli
Victor Osimhen, Napoli

Dalle stelle alle stalle

Il Napoli dovrà risolvere, visto quanto detto, due incognite gigantesche. In primis quella di un nuovo tecnico che possibilmente riesca a lavorare con sostituti all’altezza dei possibili partenti, ed è qui che ci si ricollega all’altra X partenopea. Quella dell’attaccante, impossibile da sbagliare con la partenza ormai certa di Osimhen.

Si badi bene, all’ombra del Vesuvio la delusione è stata attenuata – almeno nei primi mesi – dalla lunga coda dei festeggiamenti per uno Scudetto storico. Ma poi l’effetto titolo si è esaurito, fino ad esaurire a sua volta gli animi dei tifosi che si sono ritrovati dalle stelle alle stalle. E nella prossima annata – la prima da tempo immemore senza un’Europa vera da giocare – il confine tra pazienza e contestazione sarà ancora più sottile.

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