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Sony Open, la spunta Murray: playoff decisivo

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Habemus papam. O, per mantenerci tutto sommato sul profano, abbiamo il vincitore del Sony Open di scena alle Hawaii. Il PGA Tour saluta il secondo torneo disputato nell’arcipelago più iconico degli Stati Uniti, vinto alla fine da Grayson Murray. Per spuntarla è stato decisivo l’ultimo atto e un birdie decisivo alla buca 18 nel playoff finale. Lo spareggio si è tenuto con una formula a tre giocatori: insieme al futuro vincitore, erano rimasti in gara anche Byeong Hun An e Keegan Bradley.

Un torneo imprevedibile

La vittoria di Murray arriva dopo sei anni dall’ultimo successo nel circuito statunitense, avvenuto al Barbasol Championship del 2017. Un traguardo che non si limita solo a restituire fama e prestigio – e premio in denaro – al golfista made in USA, ma anche un posto di diritto ai prossimi Masters per la prima volta in carriera. E, insieme a essi, uno slot garantito per tutti i Signature Events di questa stagione appena cominciata.

“Una giornata che di sicuro non cambia la mia vita” ha commentato il protagonista dei Sony Open “,ma che altrettanto certamente ha cambiato la mia carriera”. Nulla da fare per gli inseguitori, che tuttavia concludono al meglio un torneo emozionante ed imprevedibile. Basti pensare, infatti, che alla buca 14 i leader della competizione erano addirittura cinque: segno di un equilibrio che ha accompagnato gli atleti dall’inizio alla fine.

Il prossimo appuntamento PGA Tour

Ora il PGA Tour saluterà definitivamente le Hawaii per questa stagione, non abbandonando però i territorio a stelle e strisce. Il prossimo appuntamento in calendario è infatti il The American Express, dal 18 al 21 gennaio 2024 in California. In palio un montepremi da capogiro di 8,4 milioni di dollari, nello scenario da sogno del PGA West Private Cubhouse & Golf Course. Un’occasione in cui tornerà sul green per riprovare a vincere un torneo anche il numero 1 del ranking, Scottie Scheffler.

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Golf, Migliozzi 2° al China Open: Pendrith, prima volta sul PGA Tour

Guido Migliozzi protagonista del golf italiano in Cina: 2° posto alle spalle di Otaegui. Prima vittoria di Pendrith nel PGA Tour al Byron Nelson

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Guido Migliozzi

Guido Migliozzi sforna una grande prestazione a Shenzen, in occasione del Volvo China Open. L’italiano sul percorso dell’Hidden Grace (par 72) chiude 2° con 199 colpi (-17), alle spalle del solo spagnolo Otaegui con 198, risalito grazie ad un 65.

Non solo Migliozzi, Pendrith all’ultimo respiro

Nel PGA Tour, invece, si chiude la CJ Cup Byron Nelson, con il canadese Taylor Pendrith che si aggiudica il primo torneo in carriera nel circuito. Il birdie finale permette di sopravanzare il tedesco Kohles, 2° con un bogey alla 18.

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PGA Tour, Molinari ci prova: nuovo torneo in Florida

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In un contesto in continua evoluzione dal punto di vista dei giochi di potere tra le varie federazioni, il PGA Tour non si ferma di certo e con esso le occasioni di vedere in campo i migliori del circuito. Italiani compresi. Nel nostro Paese, la parola golf fa spesso e volentieri rima con Francesco Molinari, pronto a tornare sul green dopo il 54° posto conquistato nell’ultimo The Players. Stavolta l’appuntamento con ferri e palline si terrà in Florida, a Palm Harbor, a partire da domenica 24 marzo.

Valspar Championship, i protagonisti

In programma infatti c’è il prestigioso Valspar Championship, che apre le porte alla primavera del golf presentando agli appassionati un circuito con dieci golfisti presenti nella Top 30 mondiale. Il primo in graduatoria sul prato statunitense è il 5° al mondo, Xander Schauffele, che ha dovuto arrendersi al primato di Scottie Scheffler al The Players. Secondo posto a pari merito in quell’occasione con Brian Harman, 8° al mondo e in campo al Valspar anch’egli in cerca di riscatto.

Nella tappa PGA di Palm Harbor ci sarà anche il campione in carica del torneo in questione, Taylor Moore, che nel 2023 ha vinto nello stesso contesto l’unico torneo in carriera. Le chance per un Molinari in ripresa appaiono sì ridotte, ma con l’intenzione di migliorare i piazzamenti delle recenti apparizioni. Per farlo, dovrà superare al primo turno Stewart Cink e Daniel Berger per evitare un prematuro addio alla sfida in USA.

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Golf, accordo PGA-Superlega? Monahan incontra Pif

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PGA Tour

Divisioni, screzi e problematiche legate all’aspetto economico. Questo e molto altro è diretta conseguenza della scissione più grande della storia del golf, quella della Superlega araba che ha creato una realtà parallela al celebre PGA Tour. Ciò ha comportato alcuni addii eccellenti al circuito americano, su tutti Jon Rahm, con conseguente espansione dell’una pronta a minare l’egemonia dell’altra. Il fautore di tale colpo di Stato è il fondo Pif, che finanzia la LIV Golf con l’intento di sorpassare in termini di numeri, spettacolarità, introiti ed engagement il colosso del golf mondiale.

Ma chi l’ha detto che due realtà del genere debbano necessariamente scontrarsi? Notizia di recente spunto, riportata dall’ANSA, è infatti un incontro tra i rappresentanti massimi dei due circuiti per trovare un accordo che metta fine alle divergenze. Una vera e propria tavola rotonda, ma con poche presenze. Due, per l’esattezza: da un lato il fondo Pif dell’Arabia Saudita, capitanato da Yasir Al-Rumayyan, dall’altro il commissario PGA Jay Monahan. Sul piatto una vera e propria rivoluzione, per mettere fine al biennio divisorio che ha contraddistinto i golfisti e il loro contorno dal 2021.

L’idea di Mcllroy

LIV Golf e PGA Tour insieme, dunque, si può. Quantomeno in teoria. L’idea che filtra è quella di un nuovo Tour Mondiale, che vada a fondere le due realtà in un gigantesco agglomerato dei migliori giocatori al mondo. Una vera e propria caccia all’élite, in concomitanza con la possibilità di mantenere integro il sistema del ranking mondiale e i principali tornei che hanno fatto la storia di questo sport. E di storia, parecchia, se ne intendono golfisti del calibro di Tiger Woods e Rory Mcllroy. Quest’ultimo in particolare si è espresso sul modello che, secondo lui, bisognerà perseguire.

Direttamente dall’Hero Dubai Desert Classic del DP World Tour, l’irlandese ha lanciato la propria idea: “Sogno un torneo in stile Champions League, così da permettere ai migliori 70-80 del mondo del golf di sfidarsi. E poi altri tour aggiuntivi che permetteranno ai nuovi giocatori di emergere e garantire un futuro a questo sport”. Ambizioni che, spesso, rischiano di scontrarsi con paletti di natura economica. Proprio attorno a tale aspetto verte il contatto tra Monahan e Al-Rumayyan. Un nuovo mondo del golf è alle porte?

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