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Golf, Francesco Molinari is back: protagonista nel Dubai Invitational

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Francesco Molinari, Golf

Un primo appuntamento, quello del nuovo del Dp World Tour, che ha regalato uno spettacolo mozzafiato e, soprattutto, un finale a dir poco sconvolgente. Infatti le aspettative su quest’ultimo non giro non sono state minimante deluse, anzi tutto il contrario. A trionfare nel Dubai Invitational è stato Tommy Fleetwood che ha trionfato con uno score complessivo di -19: Una vittoria sofferta e sudata visto che è arrivata dopo un vero e proprio testa a testa, fino all’ultimo respiro, con Rory McIlroy e il sudafricano Thriston Lawrence. Il nordirlandese, al pari del sudafricano, ha chiuso al secondo posto in classifica, mentre la quarta posizione è andata fra le mani di Jordan Smith.

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In una sfida così ricca di emozioni ed accesa, a splendere, però, è stato uno straordinario Francesco Molinari che ha compiuto una rimonta che sembrava essere utopia. Infatti, il golfista è riuscito ad arrivare fino alla quinta posizione. Segnali più che positivi, dunque, in vista di quella che sarà la sua nuova annata che è tutta da vivere e da giocare. L’italiano è stato monumentale, mettendo in campo quel golf che non si ammirava, oramai, da qualche anno a questa parte.

Per Molinari hanno parlato i numeri. Francesco, infatti, ha realizzato il miglior punteggio di giornata, ovvero -8, riuscendo così a risalire in classifica fino alla quinta posizione grazie al suo -15. Una prestazione superlativa che ha visto il golfista italiano protagonista, in particolar modo, sui green dove è stato cinico, anzi micidiale visti i pochissimi errori commessi. Il tutto è andato a confezionare nove birdie ed un solo bogey, nell’arco dei quali Chicco ha dato vita ad un inizio e ad una fine a dir poco pirotecnici. I presupposti sono buoni, ma ora bisognerà vedere se l’Italia potrà presentarsi ad alti livelli in questa disciplina.

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Golf, Migliozzi 2° al China Open: Pendrith, prima volta sul PGA Tour

Guido Migliozzi protagonista del golf italiano in Cina: 2° posto alle spalle di Otaegui. Prima vittoria di Pendrith nel PGA Tour al Byron Nelson

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Guido Migliozzi

Guido Migliozzi sforna una grande prestazione a Shenzen, in occasione del Volvo China Open. L’italiano sul percorso dell’Hidden Grace (par 72) chiude 2° con 199 colpi (-17), alle spalle del solo spagnolo Otaegui con 198, risalito grazie ad un 65.

Non solo Migliozzi, Pendrith all’ultimo respiro

Nel PGA Tour, invece, si chiude la CJ Cup Byron Nelson, con il canadese Taylor Pendrith che si aggiudica il primo torneo in carriera nel circuito. Il birdie finale permette di sopravanzare il tedesco Kohles, 2° con un bogey alla 18.

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PGA Tour, Molinari ci prova: nuovo torneo in Florida

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In un contesto in continua evoluzione dal punto di vista dei giochi di potere tra le varie federazioni, il PGA Tour non si ferma di certo e con esso le occasioni di vedere in campo i migliori del circuito. Italiani compresi. Nel nostro Paese, la parola golf fa spesso e volentieri rima con Francesco Molinari, pronto a tornare sul green dopo il 54° posto conquistato nell’ultimo The Players. Stavolta l’appuntamento con ferri e palline si terrà in Florida, a Palm Harbor, a partire da domenica 24 marzo.

Valspar Championship, i protagonisti

In programma infatti c’è il prestigioso Valspar Championship, che apre le porte alla primavera del golf presentando agli appassionati un circuito con dieci golfisti presenti nella Top 30 mondiale. Il primo in graduatoria sul prato statunitense è il 5° al mondo, Xander Schauffele, che ha dovuto arrendersi al primato di Scottie Scheffler al The Players. Secondo posto a pari merito in quell’occasione con Brian Harman, 8° al mondo e in campo al Valspar anch’egli in cerca di riscatto.

Nella tappa PGA di Palm Harbor ci sarà anche il campione in carica del torneo in questione, Taylor Moore, che nel 2023 ha vinto nello stesso contesto l’unico torneo in carriera. Le chance per un Molinari in ripresa appaiono sì ridotte, ma con l’intenzione di migliorare i piazzamenti delle recenti apparizioni. Per farlo, dovrà superare al primo turno Stewart Cink e Daniel Berger per evitare un prematuro addio alla sfida in USA.

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Golf, accordo PGA-Superlega? Monahan incontra Pif

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PGA Tour

Divisioni, screzi e problematiche legate all’aspetto economico. Questo e molto altro è diretta conseguenza della scissione più grande della storia del golf, quella della Superlega araba che ha creato una realtà parallela al celebre PGA Tour. Ciò ha comportato alcuni addii eccellenti al circuito americano, su tutti Jon Rahm, con conseguente espansione dell’una pronta a minare l’egemonia dell’altra. Il fautore di tale colpo di Stato è il fondo Pif, che finanzia la LIV Golf con l’intento di sorpassare in termini di numeri, spettacolarità, introiti ed engagement il colosso del golf mondiale.

Ma chi l’ha detto che due realtà del genere debbano necessariamente scontrarsi? Notizia di recente spunto, riportata dall’ANSA, è infatti un incontro tra i rappresentanti massimi dei due circuiti per trovare un accordo che metta fine alle divergenze. Una vera e propria tavola rotonda, ma con poche presenze. Due, per l’esattezza: da un lato il fondo Pif dell’Arabia Saudita, capitanato da Yasir Al-Rumayyan, dall’altro il commissario PGA Jay Monahan. Sul piatto una vera e propria rivoluzione, per mettere fine al biennio divisorio che ha contraddistinto i golfisti e il loro contorno dal 2021.

L’idea di Mcllroy

LIV Golf e PGA Tour insieme, dunque, si può. Quantomeno in teoria. L’idea che filtra è quella di un nuovo Tour Mondiale, che vada a fondere le due realtà in un gigantesco agglomerato dei migliori giocatori al mondo. Una vera e propria caccia all’élite, in concomitanza con la possibilità di mantenere integro il sistema del ranking mondiale e i principali tornei che hanno fatto la storia di questo sport. E di storia, parecchia, se ne intendono golfisti del calibro di Tiger Woods e Rory Mcllroy. Quest’ultimo in particolare si è espresso sul modello che, secondo lui, bisognerà perseguire.

Direttamente dall’Hero Dubai Desert Classic del DP World Tour, l’irlandese ha lanciato la propria idea: “Sogno un torneo in stile Champions League, così da permettere ai migliori 70-80 del mondo del golf di sfidarsi. E poi altri tour aggiuntivi che permetteranno ai nuovi giocatori di emergere e garantire un futuro a questo sport”. Ambizioni che, spesso, rischiano di scontrarsi con paletti di natura economica. Proprio attorno a tale aspetto verte il contatto tra Monahan e Al-Rumayyan. Un nuovo mondo del golf è alle porte?

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