Connect with us

Tennis

Madrid, Paolini avanza: Alcaraz buona la prima, out Musetti e Darderi

Si apre il day four al Master 1000 di Madrid con la sconfitta all’esordio di Lorenzo Musetti, mentre passa in due set Paolini. Vince all’esordio Carlos Alcaraz, detentore del titolo

Published

on

Alcaraz non gioca, l’indiscrezione dalla Spagna sulle motivazioni

Quarta giornata di incontri al Master 1000 di Madrid. Per quanto riguarda il tabellone maschile prendono il via i secondi turni, mentre, lato WTA, quest’oggi si concluderanno gli ultimi accoppiamenti in vista degli ottavi di finale.

Sono quattro gli italiani in campo venerdì 26 aprile: Lorenzo Musetti che è stato eliminato all’esordio da Seyboth Wild in due set (6-4; 6-4), così come Lucia Bronzetti (6-4; 6-3) ha ceduto alla numero 4 del mondo Elena Rybakina; Successo per Jasmine Paolini che ha rifilato un netto 6-0 6-1 a Jimenez Kasintseva. Luciano Darderi, infine, non ha potuto nulla contro Taylor Fritz che si è imposto per 2-0.

Giornata di esordi nella capitale spagnola anche per Carlos Alcaraz che, nonostante i dovuti dubbi sulle condizioni fisiche, ha piegato Shevchenko. È di Alexander Zverev, il big match di giornata contro Borna Coric andato in sessione serale, che il tedesco ha fatto suo per 2-0. Lato femminile, poi, con Aryna Sabalenka che, in 2 ore e 12, ha eliminato Linette cedendo il solo secondo set, vincendo quello di apertura e chiusura per, rispettivamente, 6-4 6-3.

Alcaraz senza problemi: Darderi affronta Fritz

Resiste soltanto un’ora la difesa di Shevchenko, troppo Alcaraz, infatti, per il kazako. I dubbi sulla tenuta fisica dello spagnolo, ritirato a Montecarlo ed alzante bandiera bianca a Barcellona, vengono spazzati via dalla sua prestazione. Un 6-2 6-1 senza appello gli regala il prossimo turno, dove ad attenderlo c’è Seyboth Wild, già giustiziere di Safiullin e Musetti qui a Madrid.

In campo, poi, in questi minuti, Luca Darderi, impegnato in un complesso match contro Taylor Fritz. L’azzurro, dopo la prima vittoria in un Masters 1000, ottenuta nello scorso turno contro Gael Monfils, punta nuovamente a stupire. Nel mirino, ora, lo statunitense, per regalarsi i sedicesimi contro l’argentino Baez, numero 18 del seeding.

ATP

Rublev è il primo degli umani, ma il calendario “umanizza” anche gli alieni

È Rublev il primo degli umani: questo ha stabilito il torneo di Madrid. Un calendario volto allo spettacolo, però, rischia di minare lo spettacolo stesso

Published

on

Sinner

L’attesa per il master 1000 di Madrid era alle stelle: un Alcaraz alla ricerca della riconferma in casa per ripartire, Sinner pronto ad accorciare sulla prima posizione del ranking, un Medvedev pronto a dimostrare che Roma 2023 non era un caso e un Djokovic che poteva far prendere il definitivo via alla sua stagione sul rosso.

Pronti, partenza e il serbo dà forfait ancor prima del sorteggio. Poco male per l’audience, Jannik sarà per la prima volta numero 1 del seeding. Via, e arrivano i primi problemi all’anca per l’altoatesino, ma la rimonta su Khachanov allontana i pensieri sul ritiro dal torneo e rilancia ancora le gesta del tennista. Un Alcaraz in difficoltà cede a Rublev e salta Roma. Nemmeno il tempo per realizzare e Sinner annuncia l’addio alla capitale spagnola per questa stagione.

Che occasione per Medvedev? Il match con Lehecka dura un solo set, lo stesso impiegato da Auger Aliassime tra quarti e semifinale per raggiungere l’ultimo atto. I problemi fisici bussano a troppe porte.

Andrey Rublev

Rublev erede di Ruud tra sbavature e maledizioni

Il risultato di un Madrid decisamente poco spettacolare lato ATP – riscattato da una finale per cuori forti tra Swiatek e Sabalenka – è la consacrazione definitiva di Rublev come primo degli umani. Un titolo che qualche anno fa si era guadagnato di diritto Casper Ruud, sempre pronto ad approfittare di ogni sbavatura degli alieni del tennis attuale e che ora calza a pennello al russo.

In questo caso, però, parlare di sbavatura è riduttivo, considerando anche che la “maledizione” di Madrid si è già espansa. Roma, infatti, accoglierà un torneo privo del beniamino di casa, Jannik Sinner, e del rivale Carlos Alcaraz, entrambi per guai fisici. Ci sarà, invece, un Medvedev chiamato a difendere il titolo con più di un’incognita sulle sue condizioni e un Djokovic strafavorito, sì, ma al suo primo impegno dopo l’inaspettata sconfitta contro Ruud. Una maledizione che, in realtà, si portava già con sé Montecarlo e che costringe a porsi alcuni interrogativi.

Alcaraz

Lo spettacolo toglie allo spettacolo

Indian Wells 6-17 marzo; Miami 20-31 marzo; Montecarlo 7-14 aprile; Madrid 24 aprile-5 maggio; Roma 8-19 maggio; Roland Garros 26 maggio-9 giugno.

Così recita il calendario ATP: sei grandi appuntamenti racchiusi in tre mesi, a cui bisognerebbe anche aggiungere il prestigioso 500 di Barcellona. Dei sei tornei, solo Montecarlo ha la durata standard di una settimana, mentre tutti gli altri Master 1000 sono stati allungati a 10 giorni e il Roland Garros impegna le solite due settimane.

25 giorni di riposo totali, ossia 5 di media tra un torneo e l’altro: una media alzata dalla pausa di una settimana a cavallo tra cemento e terra rossa e dalla settimana in cui si disputa Barcellona. Terminato lo Slam parigino, poi, la corsa all’adattamento all’erba, visto che solo tre settimane dopo è il turno di Wimbledon.

Per lo spettacolo è una manna dal cielo, così come per tutti i tennisti in ascesa o semplicemente non ai vertici che hanno più chances per entrare nei tornei importanti e per guadagnare in montepremi e punti. Un calendario che, però, ridimensiona fortemente coloro che invece scendono in campo con la previsione di giungere fino in fondo ad ogni torneo.

Una programmazione di questo tipo umanizza gli attuali alieni del circuito, vuoi per forfait, vuoi per problemi fisici. Una programmazione che, peraltro, rende difficile l’adattamento al cambio di superficie soprattutto per i giovani alle prese con le prime stagioni ad alto livello. Con lo spauracchio di un nuovo Master 1000 in Arabia, c’è da domandarsi se questa ricerca di spettacolo non mini lo spettacolo stesso.

Continue Reading

ATP

Rublev vince a Madrid, rimontato Auger: 3 ore valgono il secondo Master 1000

Andrey Rublev, al termine di 3 ore di intensa battaglia, ribalta Auger-Aliassime e mette la firma sul Master 1000 di Madrid

Published

on

Andrey Rublev

Andrey Rublev vince contro Felix Auger-Aliassime e mette la firma sul titolo del Master 1000 di Madrid. Al termine di, quasi, 3 ore di intensa battaglia contro il canadese, infatti, è il russo ad avere la meglio in altrettanti set. Secondo e terzo parziale in 7-5 valgono la rimonta sul rivale di giornata, in grado di vincere 6-4 in apertura, oltre al secondo 1000 in carriera, dopo quello di Montecarlo dello scorso anno.

Madrid senza giganti, Rublev ancora ‘primo tra gli umani’

La mezz’ora scarsa di gioco, tra quarti di finale e semifinale causa ritiri, non lancia sufficientemente Auger, costretto a piegarsi a Rublev, in grado di confermarsi come ‘primo degli umani’ nel circuito ATP. Come spesso accaduto in carriera, infatti, il russo capitalizza l’occasione: assente Djokovic, ritirato Sinner, trafigge un Alcaraz con guai fisici e fa proprio il titolo di Madrid.

Continue Reading

WTA

Swiatek alla Sinner, annulla tre match point a Sabalenka: è lei regina a Madrid

Swiatek trionfa a Madrid dopo una finale epica, in cui, ‘alla Sinner’, ha dovuto annullare ben tre match point a Sabalenka, per far sua la finale più lunga nella storia del torneo

Published

on

Swiatek, Madrid

Se il torneo maschile ha deluso le aspettative, tra infortuni e forfait, a prendersi la scena a Madrid è stata la finale WTA. Le prime due tenniste al mondo, infatti, hanno messo in scena una lotta epica, che ha tenuto incollati alla tv tutti gli appassionati fino all’ultimo respiro.

Alla fine è stata Iga Swiatek a incoronarsi regina nella capitale spagnola, dopo aver annullato ‘alla Sinner’ tre match point nel terzo set. Non riesce quindi la riconferma a Sabalenka, dopo il titolo ottenuto lo scorso anno proprio ai danni della polacca.

Swiatek e Sabalenka Madrid

Una finale da botta e risposta: Swiatek ottiene la rivincita

Un primo set che si è aperto subito con un botta e risposta: break di Swiatek, controbreak di Sabalenka ad anticipare la battaglia che si sarebbe poi rivelata la partita. Dopo diverse altre occasioni da ambo le parti è stata, però, la numero 1 al mondo a mettere a segno la zampata decisiva, strappando il servizio all’avversaria sul 5-5 e andando a chiudere per 7-5.

Secondo parziale quasi da fotocopia, ma questa volta è stata Sabalenka a trovarsi in vantaggio di un break per ben due volte in apertura. In entrambi i casi la risposta della Swiatek è arrivata subito a rimettere in parità i conti. Alla fine, però, la bielorussa è riuscita a mettere a segno il tanto agognato e decisivo break e, da vera lottatrice e senza perdersi d’animo, è riuscita così a chiudere per 6-4 e a rimandare tutto al terzo.

Nonostante la stanchezza, anche l’ultimo set si è rivelato una vera e propria battaglia su ogni punto, fino al 5-6, dove Swiatek, sul suo servizio, ha dovuto annullare ben due match point. Il terzo è poi arrivato nel tie break, dove però anche Sabalenka ha dovuto fronteggiare tre chances della polacca di chiudere i conti. La terza è stata quella decisiva per la numero 1 al mondo che, in 3 ore e 14, ha fatto sua la finale più lunga della storia del torneo, vendicando, così, la sconfitta dello scorso anno.

Continue Reading

Trending