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MotoGP

MotoGP Jerez, Bagnaia obiettivo rinascita: Marquez, Vinales e Martin tuonano in casa

Bagnaia (12° in FP1) chiamato a rinascere nella ‘sua’ Jerez: MotoGP a tinte spagnole, tuonano i Marquez (1° e 2°), con Vinales (3°) e Martin

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Vinales

Dopo il round del COTA ad Austin, torna in pista la MotoGP ad Jerez, tappa storicamente nota come primo termometro stagionale di valori ed equilibri. Terra di casa per, tra gli altri, i fratelli Marquez, Vinales e Martin; terra, poi, che dovrà significare rinascita, in termini di risultati, per Bagnaia.

Oggi al 5° posto del mondiale piloti, Bagnaia deve rialzarsi in seguito alla caduta di Portimao ed un 5° posto, figlio di appannamento tecnico, negli States. Jerez, tracciato sul quale Pecco ha fatto proprie le ultime due gare disputate, si pone così come ottima occasione per rilanciarsi in classifica, domando una GP24 a due facce, ed evitando la fuga di Jorge Martin, oggi leader.

Jerez sarà poi snodo cruciale anche per Maverick Vinales, oggi 3° nel mondiale, atteso al primo vero banco di prova stagionale, al ritorno in Europa del calendario. Al guasto meccanico di Portimao il pilota Aprilia risponde con il dominio ad Austin, cogliendo così una palma persa da tempo, quella di pilota del momento.

Occhi puntati poi sui soliti Marc Marquez ed Jorge Martin, così come l’arrembante Pedro Acosta. Il tridente spagnolo punta al colpo grosso in casa, per suggellare un momento d’oro per quest’ultimo, di ritorno alla finalizzazione di un livello estremamente alto, per i primi due.

Morbidelli

FP1 Jerez, arrancano Bagnaia e Bastianini: Marquez e Vinales leader, lampo Morbidelli

I due fronti della MotoGP ad Jerez, ancor prima che di casa, si compone di nazioni. Italia a due facce: Bagnaia, leader della rossa di Borgo Panigale, oggi arranca (12° in FP1), mentre Bastianini, secondo nel mondiale, e reduce da due ottimi round, fa 13°. Luce nel buio di risultati di mattinata, nel segno del tricolore, sono poi Morbidelli (5°), che dovrà, però, confermarsi anche al pomeriggio, e Bezzecchi (6°), al primo piazzamento dignitoso con la spinosa GP23.

Il primo turno di libere, poi, si accende sotto l’inno spagnolo: dominano i Marquez, con Alex 1° su Marc, seguiti da Vinales ed il compagno Espargaro. 7° il collaudatore KTM Dani Pedrosa, davanti a Binder, Martin ed Acosta. Male Yamaha, con Quartararo 14° e Rins 17°, così come Honda, nuovamente chiudifila in blocco, intervallate unicamente da Augusto Fernandez ed la wildcard Savadori.

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Test Jerez Moto2-Moto3, terzi Arbolino e Lunetta: segnali da Vietti e Farioli

Test di Jerez per Moto2 e Moto3 all’insegna della rinascita italiana: Arbolino e Lunetta colgono entrambi il 3° tempo, Farioli e VIetti danno primi segnali di ripresa

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Tony Arbolino

Si chiude anche il martedì di Jerez, dedicato ai test per le classi Moto2 e Moto3. A cavallo delle due categorie a dominare è il team CFMoto, rispettivamente con Jake Dixon, in grado di registrare il nuovo record della pista, e David Alonso. Grandi attesi gli italiani, da tempo opachi, reattivi, questa volta, nel dare risposte: Tony Arbolino e Luca Lunetta stampano, entrambi, il 3° crono assoluto. Buoni segnali anche da Celestino Vietti e Filippo Farioli, parsi in ripresa rispetto ad inizio stagione.

Se Arbolino paga due soli decimi dalla vetta, occupata da Jake Dixon, vanno anche sottolineate le grandi assenze ad Jerez: né Roberts, leader del mondiale Moto2, né Aldeguer, e rispettivo compagno Alonso, così come Ramirez, Manu Gonzalez ed Albert Arenas, oltre all’italiano Dennis Foggia, sostituito da Marcel Schrotter in seguito alla lesione del gomito in gara. Chiude 8° Vietti, chiamato ad alzare il livello rispetto alle prime 4 uscite del mondiale.

Segnali incoraggianti, appunto, in Moto3, con Lunetta e Farioli al 3° e 4° posto. Alonso si conferma nuovamente un gradino sopra la concorrenza, capitanata da Colin Veijer, salvo lasciare spazi ad ottimi segnali di ripresa dai piloti del Bel Paese. Bene, inoltre, anche Nepa, 8° a precedere Bertelle e Carraro.

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Test Jerez, Morbidelli brilla: evolve Yamaha, fallimento Honda

Brilla Franco Morbidelli nel lunedì di test di Jerez: l’Europa si conferma al vertice, Yamaha evolve e si rinfranca, la Honda frana

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Morbidelli

Si chiude la giornata di test del lunedì di Jerez nel segno di Fabio Di Giannantonio, in grado di far proprio il primo tempo, davanti a Vinales, opaco nel weekend. 3° Morbidelli, al primo vero test su Ducati Pramac, costantemente brillante in una giornata che, come ammesso, era volta alla ricerca del proprio assetto.

Ducati, Aprilia e KTM: l’Europa si conferma

La Ducati si conferma nuovamente al top, spostando il centro della contesa, oggi unicamente europea, sul terreno dell’aerodinamica, come consuetudine. Aprilia e KTM, infatti, portano importanti aggiornamenti in questo campo: il tempo si farà giudice dei miglioramenti, pur in grado già oggi di fornire importanti conferme al trio d’Europa.

Fabio Quartararo

Quartararo rilancia Yamaha: Zarco e Nakagami, bocciatura Honda

Traslando il focus sul Giappone, poi, si scorge un lunedì di Jerez dal doppio volto: Yamaha evolve e prende coraggio, nel segno delle parole benauguranti dei propri piloti; Honda, nelle vesti di perfetto contraltare, è il vero fallimento di giornata.

Quartararo, lato Iwata, accoglie positivamente un primo, vero, cambio di rotta su una M1 da tempo non più competitiva. Aerodinamica, telaio, forcellone e gestione dell’elettronica compongono l’ordine del giorno all’ombra dei tre diapason: una promozione non totale, ma certamente un netto cambio di rotta, rispetto al recente passato, che non può che rinfrancare l’ambiente.

Sprofonda, di contro, se ancora possibile, Tokyo. Dopo la bocciatura della coppia Mir-Marini, ad Jerez è il turno di Zarco e Nakagami: la moto di Stefan Bradl dell’ultimo weekend di gara è, una volta ancora, respinta in toto. Honda, così, pregusta altri lunghi mesi di filo spinato da masticare a fondo classifica.

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MotoGP

Bagnaia show ‘da 10’: a Jerez cadono i veli, campione si può dire

Bagnaia regala uno show ‘da 10’ battendo Marc Marquez, davanti al suo pubblico: a Jerez cadono dei e veli, oggi ‘campione’ si può dire

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Francesco Bagnaia

Tre anni più tardi, il duello si ripropone, il corpo a corpo si ripresenta, l’esito non cambia. 959 giorni non bastano per ribaltare il risultato del testa a testa tra Francesco Bagnaia e Marc Marquez. Da Aragon 2021 a Jerez 2024, dalla prima vittoria in MotoGP all’ultima: la Spagna si presta a seconda casa e sorride a Pecco.

La pioggia di critiche ed alzata di dubbi colgono linfa nella caduta del sabato, svanendo come d’incanto nello show domenicale. Una prestazione che ammutolisce i tifosi di casa Marquez e gli irriducibili detrattori. La data dell’alba della nuova generazione dei motori non si può certo far coincidere con quella di Jerez, meglio accostabile ad un mezzogiorno di fuoco nella persona di Bagnaia, frontman dell’era del presente. Errato, ormai da tempo, collocarlo nei volti del futuro, va, anzi, rianalizzato il recente passato per scorgerne la genesi.

La necessità impellente di screditare e sminuire l’apporto del pilota nella ‘nuova’ MotoGP, in un velo di memorie dei bei tempi andati, può ormai conoscere il proprio, dovuto, capolinea. Con esse, nell’ordine, accorpare le mancate grazie rese a chi campione lo è, e lo fa, piegando a sé anche i più grandi. Lo strapotere Ducati, oggi come allora, non è un’attenuante. L’inattesa scelta estiva di Marquez, mediaticamente, gioca, oggi, a favore dei propri rivali: pari marca, pari evoluzioni, medesimo risultato. Bagnaia svetta al centro del podio, Marquez si accontenta del secondo gradino.

Bagnaia e Marquez

Aragon 2021, coincidente con la prima vittoria di Bagnaia in top class, poteva ancora, per i più, offrire scudi dietro ai quali rifugiarsi, pronti all’annichilimento del pilota, graziato dalla moto superiore. Jerez 2024, sfortunatamente, fa cadere ogni velo e difesa: la realtà, ora, è indiscutibile, evidente, ed al centro di un dibattito che non può che portare alla presa di coscienza di cos’è realmente la classe regina oggi.

Marquez come termometro inequivocabile delle due ere, oggi più che mai. Lascia le alte schiere della MotoGP da dominatore, incontrastato ed incontrastabile, nella Jerez 2020 che riempie ancor oggi gli occhi della tracotanza dell’iberico. Torna, definitivamente, al meglio di sé 4 anni più tardi. Vesti e stigmate, da implacabile ed inarrivabile, tuttavia, vengono meno. I rivali, nel 2024, sono reali e di livello, se superiore risulta tutt’ora termine urticante, certamente non inferiore. Anni o termometri generazionali, a dirla tutta, risultano superflui: la classifica mondiale, in questo senso, è cassazione.

Bagnaia, Martin, Bezzecchi, Bastianini, Acosta e non solo: né piloti né giovani da attendere, campioni di assoluto livello. Le memorie dei ‘Fantastici 4’, possono aspettare, il futuro no: è oggi e parla chiaro. Conferme unanime come ombrello per la pioggia di invettive: dai vincitori ai vinti, sino agli arbitri della contesa del domani. Una “gara da 10”, per Valentino Rossi; “un campione”, ammette il battuto; “tremano le gambe”, in ultima istanza, a Dall’Igna, conteso nell’ardua scelta tra Enea, Marc e Jorge.

A Jerez cadono gli dei – del passato – così come i veli. A Jerez i campioni colgono vittorie e gloria, così come i meriti. La verità al centro di un dibattito chiuso, Pecco il volto di ciò. Né alba del domani né tramonto del passato: un mezzogiorno di fuoco, in salsa iberica, tributa quanto dovuto da anni. Estro, talento e fantasia la miscela perfetta nelle vene, ricetta gradita per lo show da annali. Un Bagnaia ‘da 10’, perché oggi, finalmente, ‘campione’ si può dire.

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